Inizio, oggi, col trascrivere alcune riflessioni sull'orto, che avevo già annotato sul mio quaderno. In questo modo, riuscirò anche a parlare di uno dei libri che ho terminato in queste settimane, La virtù dell'orto di Pia Pera.
Si tratta di un saggio molto scorrevole, in cui la Pera non parla solo della sua esperienza da "ortigiana", ma anche (e soprattutto) dell'attività di coltivazione come mezzo per tornare ad avvicinarci alla Terra e ai cicli naturali. Al bando, quindi, le coltivazioni intensive e l'orticoltura dei precetti: per l'orto (e per il giardino) non valgono formule né dogmi. L'esperienza altrui può senz'altro essere preziosa, ma non dovrà mai trasformarsi in un manuale da seguire punto per punto, poiché non solo il «nostro particolare angolo di mondo» (com'è bella questa espressione!) è un microcosmo con caratteristiche tutte sue, ma anche noi interagiamo con esso attraverso la nostra indole, la nostra sensibilità, la nostra capacità di ricevere e decodificare i messaggi della terra - facoltà che sono strettamente individuali e "animiche".
Ecco che dunque l'orto-giardino ci si presenta come una dimensione viva (fatta di tutti i tipi di piante e arbusti che la abitano; degli animali e degli insetti che la frequentano; dell'esposizione al sole o all'ombra... eccetera), che interagisce con noi e che con noi stabilisce un vero e proprio legame.
Per questo, come dicevo, non ha molto senso ridurre il giardinaggio o l'orticoltura a una serie di rigide regole, che non lasciano spazio a quel quid di spirituale che è insito nel rapporto Uomo-Natura. Per rendere fertile e fruttifera la terra, occorre com-prendere, più che credere.
L'orto circolare della Cercaluna |
Forte delle mie precedenti esperienze (ma la modestia è sempre e comunque d'obbligo, poiché noi esseri umani sappiamo essere così ciechi!), quest'anno ho ingrandito la superficie del mio orto, affiancando al rettangolo già presente lo scorso anno, anche un'area a cerchi concentrici. L'orto rotondo (che in alcune aree del mondo viene coltivato rialzato) permette di consociare più facilmente le piante e veicola, attraverso i suoi cerchi concentrici, le energie vitali e creatrici della Terra.
Mamma e papà nel nuovo orto rotondo |
Lavorare insieme ai miei familiari, condividere progetti e scoperte, a volte persino battibeccare perché non si è d'accordo su qualcosa: l'orto-giardino non solo ci riconcilia con la Natura e con i suoi ritmi, ma permette di coltivare legami, momenti di convivialità, esperienze in cui si fa, si produce, ci si sporca le mani... In questo senso "lavorare la terra" diventa davvero un percorso interiore e spirituale, oltre che esperienziale: il Bene, infatti, «viene trovato solo lottando, superando ostacoli e divieti, mettendocela tutta. Seguendo con fiducia un istinto che ci dice dove si trova ciò che ci farà guarire, trovare la bellezza e l'energia della Vita» (P. Pera, La virtù dell'orto, p. 65).
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