domenica 11 ottobre 2020

I miracoli della disciplina dolce

La disciplina dolce è un modello educativo credo ancora poco conosciuto in Italia e che spesso viene confuso dai suoi detrattori con un eccesso di lassismo da parte dei genitori nella gestione dei figli.
In realtà la disciplina dolce richiede grandi doti di autocontrollo e una buona capacità di introspezione e di autoanalisi e quindi è tutt'altro che una strada "facile".
Immagine di © Merrilee Liddiard


Secondo questo modello educativo, al bambino non viene permesso tutto; gli vengono comunque trasmessi insegnamenti e regole, ma sempre nel rispetto della sua persona e della sua dignità di individuo. Banditi gli sculaccioni, le urla e gli insulti, si cerca innanzitutto di guidare il piccolo alla scoperta della sua emotività (questa sconosciuta, sia per i bambini sia per molti adulti) e di fargli apprendere il senso del limite. Non si cercherà di renderlo obbediente come un piccolo automa o un soldatino, condizionato dalla paura della reazione di mamma e papà; bensì si cercherà di crescerlo come una persona sempre più responsabile e competente, capace - in futuro - di relazionarsi in maniera rispettosa e amorevole con gli altri proprio perché a sua volta è stata rispettata e amata durante l'infanzia.
La disciplina dolce osteggia non solo qualsiasi forma di violenza fisica (dagli schiaffi, agli strattoni, ai famosi "calci nel sedere che non hanno mai fatto male a nessuno", cit.!), ma anche ogni forma di svalutazione verbale, psicologica, emotiva dell'adulto nei confronti del bambino. La durezza nei giudizi, l'attribuire al bambino la responsabilità di come si sente il genitore ("Mi hai deluso", "Mi hai fatto stare male") non sono altro che forme di prevaricazione che finiranno per minare pericolosamente l'autostima dei più piccoli, facendone, con ogni probabilità, degli adulti insicuri, frustrati e irrisolti. Mi sono avvicinata a questa linea pedagogica da quando è nata Maya perché, fin da subito, ho avvertito l'insopprimibile desiderio di trattarla con delicatezza, esercitando sempre di più la mia pazienza in modo da rispondere ai suoi desideri in maniera empatica, efficace e mai autoritaria.
Spero di addentrarmi sempre di più e sempre con successo lungo questo percorso e di riuscire a godere dei suoi frutti non solo nella mia vita personale, come madre, ma anche in quella lavorativa, come insegnante.

(Nel frattempo, mi sono iscritta al videocorso online della bravissima psicologa Noemi Zenzale, dedicato alla gestione di "Vizi&Capricci". Seguitela su FB, perché la sua pagina è sempre ricca di contenuti stimolanti, capaci di far riflettere non solo sul nostro ruolo di genitori, ma anche su quella che è - o dovrebbe essere - la nostra crescita interiore e la nostra capacità di gestire le emozioni.)

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