giovedì 23 novembre 2023

... chissà se riuscirò a proteggerti


© Cameron Le Siege
Alla mia adorata figlia femmina, la vigilia del 25 novembre 2023 - Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Sono tua madre.
Ti ho portata in grembo per sette mesi. Di più non sono riuscita.
Quando hai deciso di nascere, lo hai fatto con la tua testardaggine d'ariete, guizzando fuori come un pesce, gridando a pieni polmoni il tuo arrivo, la tua voglia di essere qui, in questa vita.

Sono tua madre.
Sei nel mio sangue.
Col tuo primo singhiozzo mi hai rimessa al mondo.
Ho scoperto di possedere una calda forza silenziosa, capace di muovere le montagne del mio dolore.
Mi hai guardata con piccoli occhi di salamandra e io non sono più stata la stessa.

Sono tua madre.
Grandi artigli e occhi di fuoco, per difenderti. La musica del vento e il canto antico delle montagne. Il nido dell'acquila, la tana della volpe, il fruscìo del bosco. Ogni giorno cambio ritmo e voce, per adattarmi al mutare della tua danza che cresce. Per te e solo per te.

Sono tua madre.
E lo sarò per sempre, anche oltre la fine di questa esistenza.
Eppure chissà se riuscirò a proteggerti da chi vorrà fiaccare la tua volontà e farti a pezzi per poi ricostruirti - a modo suo.
Chissà se potrò tenere lontani da te i lividi e le ferite peggiori - quelli che ti strappano la vita e la gettano in un crepaccio, sul letto di un fiume o in un'auto in fiamme.

Sono tua madre.
E tu sei la mia adorata figlia femmina.
Eppure chissà se potrò continuare a proteggerti.

Dicono che i figli imparino dal nostro esempio e non dalle nostre parole.
Così sono forte.
Forte - senza possibilità di scelta.
Non mi guardo mai indietro.
Non smetto di camminare.
Ti insegno a non tacere, a non abbassare lo sguardo, a non cercare l'approvazione degli altri - nemmeno la mia.
Ti ripeto che sei degna d'amore per ciò che sei e non per come ti comporterai. Che l'amore non umilia, non pretende, non s'impone.
E non mi faccio umiliare e non ascolto più i giudizi altrui.
Parlo a bassa voce, ma la mia voce non trema.
Cammino adagio, ma il mio passo è fermo.

Chissà se basterà.

Sono tua madre.
Ma non so se saprò proteggerti da quegli uomini (e sono tanti) convinti che le donne si possano possedere, stuprare, inseguire, picchiare, mettere a tacere e annientare - per sempre.

Ed è questo ciò che più mi spaventa, tesoro mio.
Che non temo più per la mia vita, ma per la tua.

Eppure questo non significa che l'abbiano avuta vinta loro.
No.

Sono tua madre.
E lo sarò per sempre.
Qualsiasi cosa ci accada.


♪ Scritta ascoltando: Nouela - The Sound of Silence.
Sempre rivolgendo un pensiero speciale a Silvia, le cui parole restano sempre vive in me.

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