domenica 23 dicembre 2018

Frammentini

Immagine tratta dal Web
E' stato un periodo bizzarro. Statico e rivoluzionario al tempo stesso. Di acciacchi e malanni e di grande energia. Per la prima volta, da quando ho aperto questo blog, mi metto a scrivere senza avere ben chiaro l'argomento di queste parole. Il che non credo sia un male.
A settembre, ho cambiato ancora una volta scuola. Un istituto tecnico della mia città, dove non ero mai stata. Non mi ci sono ancora adattata e non so se mi adatterò. E' un alveare: tante sezioni, tanti ragazzi, tanti colleghi. Molte regole necessarie - me ne rendo conto - ma difficili da tenere a mente per me che ho sempre avuto regole mie, da sposare con la mia creatività.
Per fortuna ci sono i ragazzi: due classi da trenta alunni e una da diciassette. Loro ti riempiono le ore, ti scaldano il cuore. Si ribellano, ti abbracciano, alternano studio e problemi adolescenziali, vogliono parlare, parlare sempre... E io, ovunque vada, li adoro senza riserve.
Il clima si è irrigidito. Di colpo, ha cominciato a far freddo e la mia schiena si è bloccata. Per fortuna a gennaio riprenderò col mio yoga. In compenso, la settimana di sosta forzata (mai usufruito  prima d'ora di un periodo di mutua così lungo!) mi ha permesso di leggere molto. Ho esaurito la saga della Ferrante (da rileggere quanto prima, per fissare nella memoria passaggi e parole che, d'acchito, sono semplicemente fluite dentro di me, grazie alla bellezza mai ostica della scrittura...), proseguito con Il risveglio della Dea di Vicky Noble e presto mi aspetterà un saggio sulle dee nere dell'induismo. Continuo a riflettere sul femminile, senza sosta (sarà un caso, che le mie autrici e cantanti preferite siano sempre donne?) - sul femminile "buono", liberato, che si oppone (per donargli salvezza?) a quello nevrotico, rancoroso delle donne che si credono moderne e che, in realtà, sono le prime vittime sacrificali della granitica società patriarcale.
Sento anche l'esigenza di riprendere e di riorganizzare la mia attività di scrittura, che spesso langue - o viene del tutto sovrastata dalle necessità didattiche: i programmi, gli approfondimenti per le lezioni (che bisogna preparare affinché risultino accattivanti e mai monotone), i temi dei ragazzi da correggere... Desidero spontaneamente un nuovo rigore che si sposi con la bellezza del mutamento, dell'evoluzione, del generare. Concetti che possono sembrare contraddittori, ma che non lo sono nella mia testa e che non lo saranno nella loro realizzazione. Ecco perché, poche righe sopra, scrivevo di non essere dispiaciuta per questo vagare senza meta dei miei pensieri: non è forse dal caos che, se ci sappiamo fare, torna a esplodere la vita?
Pensieri, frammentini.
In verità, non sono mai stata tanto ottimista e sicura del mio potenziale come in questo periodo.

«Ho tenuto alta la mia visione come un raggio di luce bianca, ed è stato un bene per tutti...» (V. Noble, Il risveglio della Dea)

Nessun commento:

Posta un commento

Weyward

Tre generazioni di donne, le Weyward, che, dal XVII secolo ad oggi, sono unite da un unico misterioso destino. Il romanzo d'esordio dell...