Torno a parlare di streghe, questa volta a scuola, con un laboratorio che svilupperò in una classe quarta dell'indirizzo turistico del mio istituto.
Per organizzarlo, documentarmi e ricercare i materiali, ho impiegato buona parte dell'estate (tenendo conto dei miei tempi ridotti a causa di orto, bambini, cani, gatti e quant'altro...). Un lavorone che ho intitolato, in modo non troppo orginale, L'ora delle streghe. Migliorabile, certo, ma di cui sono soddisfatta.
Mescola approcci didattici differenti, dalla classica lezione frontale all'apprendimento cooperativo passando per la flipped classroom e i "giochi di ruolo" e prevede l'utilizzo di diversi materiali: stralci da romanzi e saggi di storia e antropologia, documentari e film - per un totale di 23 ore (16 di storia e 7 di italiano), distribuite lungo tutto il corso dell'anno scolastico.
Il laboratorio, infatti, tratterà lo sviluppo del tragico fenomeno della "caccia alle streghe" attraverso i secoli, dall'avvento dell'Inquisizione fino al secolo dei Lumi.
Lo scopo è, come sempre, di guidare i ragazzi nella conoscenza delle diverse epoche storiche ma, soprattutto, di aiutarli a ragionare in maniera autonoma e personale sui testi proposti e sugli eventi, prendendo posizione sulle grandi ingiustizie che, spesso, nel corso della storia dell'umanità, si sono perpetrare sotto l'egida della santità e del volere di Dio.
Ché ogni forza sta nella lingua, nella parola ben masticata nella testa, la sciura non lo sapeva? Naturalmente lei sta parlando della parola di preghiera, giusta e pesata, non del purparlé che fa solo schiuma di bocca.
(Da La valle delle donne lupo, di Laura Pariani)
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